Per funzionare al meglio, il nostro corpo ha bisogno di un’alimentazione equilibrata e, soprattutto, di una corretta idratazione. Tuttavia, mentre la sensazione di fame arriva quando il nostro corpo sente il bisogno di mangiare, la sete si manifesta quando il nostro corpo è già disidratato.
Per questo motivo è importante ricordarsi di assumere il corretto quantitativo d’acqua durante tutta la giornata, specialmente a lavoro, dove trascorriamo una buona parte della nostra giornata e dove siamo sottoposti a sforzi fisici o mentali.
Bere acqua a lavoro: perché è importante
Bere la giusta quantità d’ acqua a lavoro è molto importante per il nostro rendimento giornaliero: stanchezza, mal di testa, pelle secca e affaticamento generale sono tutti sintomi correlati ad una povera idratazione e a lungo andare possono sfociare in problemi ben più seri per la salute del nostro corpo, come insonnia, capogiri e ipotensione.
Diversi studi hanno rilevato che un’alta percentuale di dipendenti (dal 75% al 96%) delle aziende non assume la giusta quantità d’acqua sul posto di lavoro e che il lavoratore medio, senza una corretta idratazione, lavora soltanto per il 65% del suo potenziale: la produttività e il rendimento di un’azienda quindi dipendono anche dalla corretta idratazione dei dipendenti che vi lavorano!
Spesso e volentieri anche bere troppi caffè durante le pause può rappresentare un ostacolo alla corretta assunzione d’acqua: il caffè infatti è un potente diuretico che velocizza il processo di disidratazione e molti lavoratori ne abusano durante la giornata per cercare di rimanere “più svegli” sul posto di lavoro.
La caffeina è sicuramente una sostanza stimolante che può aiutare la nostra mente, ma quando si presentano sintomi come mal di testa e stanchezza, la soluzione migliore è quella di prendersi una pausa, distrarsi un po’ e bere un bel bicchiere d’acqua per recuperare la concentrazione.
Infatti, la quantità d’acqua consigliata da assumere giornalmente è compresa tra 1200 ml (6 bicchieri da acqua) e 2000 ml (10 bicchieri da acqua), da introdurre poco per volta durante tutta la giornata, eppure troppo spesso dimentichiamo di trovare un momento per bere!
Anche la qualità dell’acqua che assumiamo può incidere sulla nostra idratazione:
la durezza dell’acqua, la quantità di sali minerali contenuta in essa ma anche semplicemente il gusto personale possono determinare le scelte di diversi tipi d’acqua che non sempre si possono trovare in ufficio quando vi è a disposizione un solo boccione d’acqua.
Ma allora perché sono ancora presenti in tanti ambienti di lavoro? E cosa comporta il loro utilizzo?
Andiamo con ordine.
Boccioni acqua in ufficio
Anni fa utilizzare bottigliette d’acqua e boccioni in ufficio era la normalità: il boom della plastica ha portato le grandi aziende ad acquistare prodotti usa e getta, incuranti delle conseguenze di un consumo così ingente di plastica.
Oggi tuttavia, le nuove tecnologie ci consentono di migliorare la qualità dell’acqua che beviamo direttamente dal lavandino di casa nostra e lo stesso vale per gli uffici: erogatori e depuratori non sono più soltanto una scelta di comodità e praticità, ma delineano l’impegno di un’azienda nel campo della sostenibilità.
Tuttavia, nonostante le numerose alternative, sono ancora tante le aziende che continuano ad acquistare i boccioni, spesso ignorando le complicazioni ambientali che implica l’impiego della plastica.
Gli svantaggi però non riguardano soltanto l’ecosistema, ma anche e soprattutto l’ambiente lavorativo.
Prima di tutto, i boccioni d’acqua richiedono una buona organizzazione: bisogna controllare periodicamente le scorte, ordinarne di nuovi e prevedere il consumo d’acqua dei dipendenti per non rimanere sprovvisti.
Inoltre sono anche molto pesanti e richiedono un lavoro di carico e scarico significativo: il peso medio di un boccione si aggira attorno ai 20 kg e comporta quindi una fatica non indifferente.
Uno dei problemi pratici più frequenti poi si presenta al momento dello stoccaggio: i boccioni d’acqua richiedono molto spazio da investire esclusivamente per il loro immagazzinamento, che deve garantire perfette condizioni d’igiene ed essere al riparo da possibili fattori di rischio come un’alta temperatura e l’esposizione alla luce e fonti di calore.
Infatti, se esposti per un periodo prolungato a questi ultimi, i contenitori in PET potrebbero rilasciare nell’acqua sostanze potenzialmente dannose: si tratta del cosiddetto fenomeno di migrazione o cessione di sostanze chimiche dagli imballaggi di plastica agli alimenti.
Boccioni in PET e bottiglie di plastica: quanto costano davvero?
Il PET (polietilenetereftalato) è un tipo di plastica che ha trovato forte applicazione nella produzione di imballaggi per il cibo e confezionamento di acqua minerale e bibite in generale.
Questo perché il materiale è leggero, resistente, economico ed impermeabile ai gas. Tuttavia la resistenza del PET è anche la caratteristica che lo rende così pericoloso per l’ambiente: la sua vita media è stimata intorno ai 1000 anni, per questo viene considerato un materiale non biodegradabile e siamo già spettatori degli effetti che ha avuto sui nostri mari e sull’ambiente in generale.
Non solo dal punto di vista dello smaltimento, ma anche della produzione, il PET comporta uno spreco significativo di risorse preziose: infatti, per produrre 1 kg di PET (e quindi circa 25 bottigliette da 1 litro e mezzo) vengono impiegati 17 litri d’acqua e ben 2 kg di petrolio!
Non è quindi possibile ignorare il costo ambientale che richiedono le bottiglie di plastica e i boccioni presenti negli uffici.
La responsabilità sociale d’impresa al giorno d’oggi è un indicatore molto importante per determinare l'immagine di un’azienda: sono tante le scelte sostenibili adottate negli uffici italiani e trovare alternative all’utilizzo della plastica dev’essere tra queste, a partire dal consumo d’acqua dei propri dipendenti e collaboratori.
L’Unione Europea inoltre ha sancito l’importanza per le aziende di aderire alla politica ambientale e prevede multe salate per le imprese che non tutelano la salute del nostro pianeta.
La scelta ecologica di sostituire i boccioni d’acqua con sistemi di microfiltrazione d’acqua non riguarda soltanto la salute dell’ambiente ma anche e soprattutto quella dei lavoratori:
I boccioni infatti non non sono consigliati nemmeno dal punto di vista della sicurezza dell’acqua che contengono.
Infatti, a differenza di un erogatore che filtra l’acqua sul momento, quella contenuta nei boccioni può rimanere ferma per settimane o mesi e, se non viene consumata velocemente, può determinare la proliferazione di batteri.
L’acqua al loro interno quindi non è controllata e le condizioni di trasporto e stoccaggio difficilmente sono verificabili dai consumatori finali.
Erogatori acqua per ufficio
Salute e sostenibilità trovano quindi comune accordo nei sistemi di erogazione d’acqua che permettono di bere acqua corrente e microfiltrata, a seconda dei modelli.
Anche in ufficio è possibile avere acqua pura e capace di soddisfare le esigenze sia dei dipendenti che dei clienti: tante aziende infatti presentano un bacino d’utenza molto vario e la sola presenza di acqua naturale non può ovviamente accontentare i gusti di tutti.
C’è infatti chi preferisce l’acqua gasata, chi fredda, chi a temperatura ambiente…
Con gli erogatori d’acqua Hydra è possibile soddisfare le preferenze di tutti attraverso un unico prodotto, pratico e di qualità e soprattutto eco-compatibile.
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