ere acqua è vitale per il corpo umano, ma le bottiglie di plastica rappresentano una pessima e insana abitudine che nel tempo è stata supportata da false credenze “popolari”. Scopri quali sono le abitudini degli italiani per l’acqua in bottiglia.
Acqua in bottiglia, le abitudini degli italiani
Tutti noi abbiamo sentito almeno una volta nella vita che bere acqua fa bene, soprattutto in Italia dove, grazie alla presenza di numerose sorgenti, la produzione e la vendita di questo liquido ricoprono un ruolo molto importante dell’economia.
Tuttavia, quello che non sempre si dice che non è importante solo il quanto, ma anche il come si beve: per esempio, scegliendo tra l’acqua in bottiglia e l’acqua potabile del rubinetto.
Si tratta di un dibattito che va avanti da decenni: c’è chi guarda con diffidenza agli acquedotti e chi invece non sopporta l’idea di acquistare i blister del supermercato, o ancora quelli che decidono di servirsi dalle casette dell’acqua che, ultimamente, stanno riscontrando molto successo nel Bel Paese.
In particolare, come si strutturano le abitudini degli italiani quando si tratta di idratazione?
Possiamo anticiparvi che gli studi hanno evidenziato alcune consuetudini piuttosto preoccupanti che rischiano di avere delle conseguenze gravi sull’ambiente, ma senza dimenticare che c’è un modo per vivere in maniera più green senza rinunciare al gusto. Ecco come.
L’acqua in bottiglia in Italia, un triste primato
L’acqua in bottiglia è un’eterna compagna delle famiglie italiane: d’altronde, è difficile non accorgersi della sua diffusione quando è presente in supermercati, bar, ristoranti e negozi di alimentari.
Può sembrare strano, ma l’Italia è nel podio delle nazioni che consumano di più bottiglie di plastica subito dopo gli Emirati Arabi e il Messico, ma non si tratta di un primato di cui vantarsi, anzi.
L’utilizzo massiccio di questo materiale, infatti, ha portato alla generazione di ben 280.000 tonnellate di rifiuti: una quantità assolutamente impensabile per un paese che desidera migliorare le proprie politiche ambientali.
Non è segreto, infatti, come il PET e i suoi derivati, benché riciclabili, possano rappresentare una croce per il pianeta in quanto non biodegradabili e, in particolare, sono gli oceani a dover soffrire di più per la presenza di sostanze dannose come microplastiche.
Come mai gli italiani si affidano così tanto all’acqua in bottiglia? Le ragioni sono molteplici: c’è chi non ama l’acqua del rubinetto, chi non si fida degli acquedotti e chi, ancora, consuma delle formule che vengono presentate come “acque multivitaminiche”, anche se non si tratta che di strategie di marketing.
Sono tanti i falsi miti che circondano la rete idrica del paese, ma non si può negare che, soprattutto in certe zone, questo presenti dei problemi.
Il problema della rete idrica
Benché il consumo dell’acqua in bottiglia sia ancora molto diffuso, gli italiani e le italiane negli anni hanno aumentato l’utilizzo del rubinetto per bere acqua.
Un’indagine del 2002 mostrava come appena il 59% delle famiglie ritenesse sicura l'acqua dell’acquedotto, quantità che nel 2020 ha raggiunto il 71%.
Ci sono delle grandi differenze tra nord e sud: per esempio, in Trentino Alto Adige la buona manutenzione dell’impianto idrico ha convinto la gran parte dei suoi abitanti ad abbandonare la plastica, mentre in Sicilia le indagini effettuate dall’Istat hanno evidenziato una percentuale di scontento piuttosto elevata.
Il 28% dei consumatori lamenta cattivo odore, sapore o colore oppure trova che il servizio lasci a desiderare per costanti interruzioni.
Ridurre lo spreco e l’inquinamento si può?
Acqua in bottiglia e inquinamento da un parte, acqua potabile e spreco dall’altra: c’è una soluzione per riuscire a soddisfare la richiesta dei consumatori tricolore senza provocare danni all’ambiente? Fortunatamente sì.
Si tratta dell’installazione di un erogatore d’acqua privato o pubblico che possa garantire un prodotto puro e fresco in ogni condizione senza che questo debba essere conservato in bottiglie di plastica.
Come abbiamo già visto nell’introduzione, in molti centri urbani si stanno installando le casette dell’acqua, piccoli stand dove è possibile acquistare più litri per pochi centesimi, senza dover ricorrere per forza al blister del supermercato. Tuttavia, anche questi oggetti, benché controllati, possono non offrire una garanzia di sicurezza al 100%.
Per rinunciare alla plastica, ma non alla sicurezza e alla buona acqua la scelta migliore è sicuramente l’erogatore, che si può trovare con filtri di diverso tipo: a carboni attivi o a osmosi inversa, per esempio.
Questo elettrodomestico sta piacendo molto per la sua versatilità e facilità di utilizzo, in quanto basta montarlo dal rubinetto, ma anche per la possibilità, in presenza di un gasatore, di ottenere l’acqua frizzante.
Insomma, chi vuole fare del bene al pianeta e adottare uno stile di vita zero waste non deve per forza rinunciare a una corretta idratazione: basta dotarsi degli strumenti giusti e, quando è possibile, consumare acqua corrente anche in ristoranti o bar.
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