
Èa tutti noi ormai tristemente noto quanto siano numerose e gravi le conseguenze che ha sull'ambiente l'inquinamento prodotto dalle attività umane.
Uno dei pericoli di cui si è solo recentemente iniziato a parlare con maggiore frequenza è la presenza di microplastiche nell'acqua che beviamo: queste microparticelle sono state rilevate sia in quella potabile che sgorga dai rubinetti di casa nostra, sia in quella imbottigliata che acquistiamo abitualmente al supermercato.
In questo articolo cercheremo di capire insieme in cosa consistono le microplastiche, se sono rischiose per l'uomo e come possiamo eliminarle dalla nostra acqua.
Da dove provengono, dunque, queste microplastiche?
Per troppi anni, purtroppo, sulle nostre spiagge, sulle nostre strade, sui nostri prati e nei nostri parchi la plastica è stata abbandonata per terra dall'uomo dopo essere stata utilizzata; per molto tempo non ci siamo fatti troppe domande sulla pericolosità di questo materiale per gli ecosistemi e non abbiamo effettuato un'adeguata raccolta differenziata per smaltirlo.
Dunque, oggi non ci dovrebbe stupire la presenza di queste minuscole particelle nelle nostre risorse idriche.
Il nostro pianeta, i nostri mari e le nostre falde acquifere sono pieni di plastica, la quale ha tra l'altro tempi di degradazione lunghissimi.
Ma anche altre attività umane, come il lavaggio dei tessuti sintetici, hanno contribuito a questo tipo di inquinamento.
Possiamo dedurre, quindi, che queste microplastiche provengano dalla degradazione di oggetti vari che entrano nel ciclo dell'acqua potabile; ma anche le stesse bottiglie di plastica in cui l'acqua che beviamo è contenuta ed i loro tappi possono essere fonte di rilascio di microplastiche.
Quali rischi queste microparticelle possono comportare per la salute umana?
Non si sa ancora con precisione quali possano essere i pericoli effettivi per la salute dell'uomo, per questo motivo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto di dedicare ulteriori studi alle microplastiche per approfondire le possibili conseguenze sulla nostra salute dovute alla loro presenza nell'acqua che usiamo tutti i giorni.
Al momento, possiamo basarci su uno studio di Orb Media - un'organizzazione giornalistica di Washington (USA) - il quale ha rilevato che in una singola bottiglia d'acqua possono essere presenti persino migliaia di minuscole particelle di microplastiche.
Tra le sostanze incriminate troviamo nylon, PET e polipropilene.
Questo problema riguarda chiaramente il mondo intero, anche se la ricerca condotta da Orb Media - che ha analizzato campioni provenienti da diversi paesi del mondo - ha mostrato che le acque potabili degli Stati Uniti risultano essere quelle maggiormente contaminate.
Come dicevamo, non ci sono ancora certezze sulle conseguenze per l'uomo a causa della mancanza di studi specifici sul tema, ma anche per questo motivo è fondamentale continuare ad indagare per capire se a lungo termine ed in determinate quantità le microplastiche possano costituire un rischio per la nostra salute.
Danni dal mancato smaltimento delle microplastiche
Tra i danni che ad oggi sono stati ipotizzati - lo si legge in un rapporto a cura dell'Istituto Superiore di Sanità - troviamo l'irritazione e l'infiammazione del sistema gastrointestinale, il rilascio per degradazione nell'organismo dell'uomo di additivi tossici come ftalati e coloranti al piombo e l'adsorbimento di contaminanti come metalli pesanti e pesticidi (ISS).
Come possiamo eliminare, quindi, le microplastiche presenti nell'acqua che beviamo?
Abbiamo a disposizione diverse soluzioni, tutte facilmente percorribili: la più efficace al momento è l'acquisto di un depuratore di acqua potabile con tecnologia ad osmosi inversa da installare sotto il rubinetto di casa nostra.
Questi apparecchi utilizzano una membrana, attraverso la quale transita l'acqua, che consente di rimuovere tutte le sostanze indesiderate: tra queste rientrano ovviamente anche quelle inquinanti.
In questo modo potremo bere un'acqua che oltre ad essere purificata e totalmente sicura, avrà anche un sapore gradevole.
Una seconda opzione molto soddisfacente è la microfiltrazione con filtro a blocchi di carbone attivo, che elimina contaminanti sino a 2 micron, può essere un'ottima soluzione per purificare dalle microplastiche l'acqua che usiamo ogni giorno.
Ci sono poi altre soluzioni con filtri meno costosi, di cui è importante assicurarsi quale sia la loro capacità filtrante per sapere se eliminano effettivamente tutte le possibili sostanze nocive presenti nell'acqua, come appunto le microplastiche.
Se preferiamo comunque continuare a bere acqua confezionata, possiamo anche decidere di acquistare acqua minerale solo in bottiglie di vetro: come già sottolineato, le bottiglie di PET in cui è normalmente contenuta l'acqua che acquistiamo al supermercato rilasciano particelle di microplastica.
Questo è stato recentemente dimostrato da uno studio commissionato dalla rivista tedesca ÖKO-TEST.
In attesa di capire se le microplastiche siano davvero dannose per la nostra salute, la decisione riguardo alla migliore soluzione spetta ovviamente a noi consumatori, e magari anche al nostro portafogli.
Scegliere un depuratore può costituire una spesa importante, ma ci libererà per sempre del peso dei fardelli e soprattutto della preoccupazione che l'acqua del nostro rubinetto possa essere contaminata.
Montare un filtro o un depuratore, inoltre, costituisce anche una scelta amica dell'ambiente: niente più sovrapproduzione di bottiglie in plastica che rischiano, tra l'altro, di non essere riciclate per noncuranza o di finire nel cassonetto sbagliato.
Al di là di ogni nostra scelta compiuta per tutelare la salute, comunque, le microplastiche costituiscono la punta dell'iceberg di un problema molto più grande: l'inquinamento ambientale.
Le iniziative da intraprendere per porvi rimedio non possono più essere rimandate ed il fatto che persino l'acqua che beviamo risulti essere contaminata da sostanze potenzialmente nocive dovrebbe farci riflettere.
I nostri mari pullulano di plastica lasciata in giro dall'uomo e persino le acque sotterranee del nostro pianeta non sono esenti da contaminazioni varie: ogni angolo della Terra paga le conseguenze delle attività forsennate e impudenti del genere umano.
Si conta che attualmente gli oceani potrebbero contenere addirittura 50 bilioni di particelle di microplastica!
Queste micro sostanze, oltre ad essere presenti nell'acqua potabile come abbiamo già visto, sono state ritrovate nel sale marino confezionato e in gran parte dei mitili (cozze) britannici.
Appare chiaro, dunque, che la soluzione per liberarci di queste contaminazioni vada ricercata in una più ampia strategia che deve prevedere l'impegno di tutti noi nel progettare un ambiente di vita meno inquinato e finalmente libero dalle sostanze nocive prodotte dalle attività quotidiane dell'uomo.
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