Negli ultimi anni il mercato dell’acqua minerale in bottiglia ha conosciuto una discreta crescita, benché i problemi legati alla produzione, al trasporto e allo smaltimento della plastica siano ben conosciuti da chi dimostra una grande attenzione per l’ambiente. Inoltre, è dimostrato come le acque naturali di origine minerale non siano per forza più “pure” o più sicure di quelle dell’acquedotto. A cosa si deve l’aumento di popolarità dell’acqua in bottiglia?
Da quando è stata commercializzata negli anni ’80, l’acqua in bottiglia è diventata sempre più popolare sul mercato mondiale, e in particolare su quello italiano. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, che il Bel Paese è nel podio dei consumatori di acqua minerale insieme al Messico e agli Emirati Arabi, con quantità prodotte che superano anche i miliardi. Non solo: il consumo di questa tipologia di acqua l’ha resa più popolare delle bevande gassate e zuccherate già dai primi anni del 2000, un record che non viene spesso raggiunto negli altri paesi. Inoltre, l’acqua in bottiglia si conferma come scelta più popolare anche messa a confronto con la tipologia che viene conservata in contenitori di vetro, soprattutto nel caso delle bottigliette destinate al consumo personale.
Il marketing dell’acqua in bottiglia
L’acqua in bottiglia può dare vita a un circolo vizioso dove la produzione e lo smaltimento della plastica influiscono negativamente sull’ambiente e sui suoi ecosistemi. Per quale motivo questa tipologia viene vista come la più popolare, almeno per quanto riguarda l’Italia? La colpa è di una serie di strategie di marketing mirate ad acquisire il consenso dei consumatori, ecco le più comuni:
– Il “cammuffamento” dell’etichetta, dove vengono aggiunte o omesse informazioni a seconda del beneficio o del danno che potrebbero comunicare a chi deve comprare l’acqua in bottiglia. Si tratta di una pratica legale, in quanto l’etichetta dell’acqua minerale deve contenere necessariamente alcune informazioni come il pH o la quantità di CO2 alla fonte, senza dover per forza comprendere la quantità di arsenico o nitrati presenti nella stessa.
– La scelta di un design mirato che beneficia dell’eventuale omissione di informazioni, in modo che sull’etichetta ci sia più spazio per scritte colorate e immagini.
– L’utilizzo di unità di misura differenti come i g/L anziché i mg/L per indicare la presenza di sostanze, in modo che i valori numerici si presentino in forma decimale con una grande quantità di “0” dopo la virgola, apparendo falsamente più esigui.
– La pretesa di far apparire la plastica come un materiale interamente biodegradabile ed ecologico, evidenziando come il PET che la compone sia 100% riciclabile o nomenclature simili. Quest’affermazione non è del tutto errata, ma è fuorviante, in quanto non tiene conto dell’inquinamento generato dalla produzione e dal trasporto dell’acqua in bottiglia e delle tempistiche di biodegrado del PET, che può resistere anche per diverse decine di anni. Come se non bastasse, il riciclo della plastica non è pratica sempre seguita, e molte bottiglie non vengono conferite nella maniera corretta, ingrossando la pila di materiali non smaltibili che generano problemi all’ambiente.
I falsi miti dell’acqua in bottiglia
Ma un prodotto non raggiunge tutta questa popolarità unicamente grazie a una bella confezione. Da decenni, infatti, sono stati diffuse alcune false verità sull’acqua in bottiglia, che viene presentata come un prodotto molto più salutare e sicuro rispetto a quella dell’acquedotto. Vediamo quale sono le più conosciute:
– Alcune acque minerali fanno bene alla linea: FALSO
bere tanta acqua aiuta a dimagrire, ma non ci sono tipologie che siano più efficaci delle altre. Ricorrere a slogan come “puliti dentro, belli fuori” è una strategia fuorviante per approfittarsi delle insicurezze del consumatore, che viene persuaso a comprare un’acqua creduta “dimagrante”.
– L’acqua in bottiglia di plastica è più sicura: FALSO
Un discorso simile può essere fatto per l’acqua destinata al consumo dei più piccoli, che spesso viene presentata in piccole bottigliette tonde che possono essere maneggiate con facilità anche dai bimbi di pochi anni. In realtà non cambia nulla dall’acqua che consumano gli adulti, e il formato piccolo spesso spinge il consumatore a non riutilizzare la bottiglia, disfandosi di questa, a volte, senza prestare attenzione alle pratiche del riciclo.
– L’acqua in bottiglia proviene da fonti migliori di quella del rubinetto: FALSO
La provenienza dell’acqua minerale in bottiglia dev’essere sì sotterranea e protetta, ma non necessariamente deve sgorgare in montagna o presso fonti a grandi altitudini. Eppure la stragrande maggioranza dei consumatori è convinta che tutte le acque in bottiglia vantino un’origine di questo tipo, alcune volte “suggerita” dagli stessi produttori (basta pensare all’acqua “Iceberg”, prodotta a Pesaro!).
Questi e altri falsi miti contribuiscono a creare diffidenza nei confronti dell’acqua potabile proveniente del rubinetto che, benché possa presentare un gusto leggermente diverso rispetto a quella minerale, non è per questo meno sicura, ed è sicuramente più economica. Inoltre, con la semplice installazione di un impianto di depurazione si può ottenere un gusto gradevole quanto l’acqua in bottiglia, con la sicurezza di non pesare sull’ambiente.
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