I nuovi inquinanti emergenti nelle acque: quali sono e le loro conseguenze
l consumo di acqua è un bisogno che tutti gli esseri viventi devono soddisfare, e in natura non sempre si hanno a disposizione fonti pure e incontaminate. Tuttavia, anche l’acqua che si può trovare nelle falde acquifere regolate dall’uomo non offre la garanzia di essere potabile, soprattutto in presenza degli inquinanti emergenti. Questo termine individua delle sostanze nocive di vario tipo, come elementi chimici, metalli o forme biologiche che possono contaminare l’acqua presentando, in caso di grandi quantità, dei pericoli anche gravi per la salute umana.
Naturalmente, la normative europea che stabilisce quale acqua sia potabile viene stabilita nei migliori interessi dei cittadini dei paesi UE, in modo che non corrano il rischio di essere danneggiati dagli inquinanti emergenti: tuttavia, negli ultimi anni si è dovuta affrontare una problematica piuttosto delicata, ovvero la scoperta di nuove sostanze che, se fino a qualche anno prima non venivano considerate, con il costante sviluppo della ricerca sono state invece riconosciute come dannose per la salute umana.
La normativa che definisce quali siano gli inquinanti emergenti è in costante cambiamento, e va di pari passo con la scoperta di nuove minacce: vediamo cosa si è stabilito negli ultimi anni e quali sono le nuove sostanze dal quale proteggersi.
Le novità della direttiva europea sui nuovi inquinanti emergenti nelle acque
Il quadro legislativo legato alle sostanze nocive presenti nell’acqua potabile è sempre in aggiornamento, e si avvale dei progressi delle ricerche compiute nei seguenti campi:
– Indagini scientifiche: i progressi compiuti nel campo della ricerca sono di vitale importanza per capire l’effettiva purezza dell’acqua potabile.
– Strumentazioni e tecniche di diagnostica: lo sviluppo di macchine sempre più sofisticate per l’analisi delle acque è cruciale per individuare nuove minacce.
– Impianti di potabilizzazione: la sicurezza dell’acqua potabile può essere garantita solo con un corretto trattamento all’origine.
Nel 2020 la nuova DWD (Drinking Water Directive), che andrà a sostituire la vecchia direttiva 98/83/CE, assicurerà ai consumatori di acqua potabile più sicurezza grazie ad alcuni parametri indicatori che stabiliscono la non pericolosità del liquido a seconda della presenza o meno di sostanze chimiche, microbiologiche o radioattive. Questi parametri sono stati perfezionati e mirano al monitoraggio degli effetti che le fabbriche o le attività produttive di vario genere possono avere sull’ambiente, permettendo così di bloccare sul nascere la circolazione di acque contaminate negli acquedotti cittadini.
I nuovi inquinanti microbiologici
I nuovi inquinanti emergenti nelle acque si possono dividere in diverse categorie. Una delle più importanti prende in esame gli effetti che alcuni elementi biologici possono avere, quando presenti in grandi quantità, sulla salute umana. Ecco quelli scoperti di recente:
– Alghe: sono forme biologiche che proliferano negli ambienti umidi. Possono trovarsi sia in acqua salata che acqua dolce, e sono responsabili della produzione di alcune sostanze potenzialmente nocive per gli esseri umani. In particolare, sono responsabili per la diffusione in acqua potabile di microcistine, che provocano disturbi intestinali potenzialmente gravi in individui di tutte le età.
– Cianobatteri: questi microrganismi sono chiamati così in quanto producono una colorazione caratteristica verde-azzurra sulle superfici contaminate. La loro presenza può portare alla creazione delle cianotossine, anch’esser debilitanti per l’intestino.
– Batteri del ceppo legionella: le forme patogene sono una delle minacce più pericolose che si possono presentare nelle acque potabili non trattate. In particolare, la legionella pneumophilia individua un batterio patogeno che provoca un disturbo comunemente conosciuto come febbre del legionario, un tipo di polmonite. Questo agente patogeno, infatti, prolifica negli ambienti caldi e umidi come i polmoni umani, creando danni che, se non trattati correttamente, possono portare anche alla morte.
I nuovi inquinanti emergenti di produzione industriale
Gli effetti nocivi delle industrie sull’ambiente sono ben conosciuti a livello di atmosfera, ma la contaminazione delle acque può rappresentare un effetto tutt’altro che trascurabile. Tra gli inquinanti rilasciati dalle industrie ci sono i cosiddetti interferenti endocrini, sostanze che influenzano l’organismo provocando sbilanciamenti ormonali, ghiandolari e, nei casi più estremi, anche tumori a zone sensibili come vescica, mammelle o prostata. Ecco i più comuni:
– Bisfenolo A: conosciuto più comunemente come BPA, è una sostanza che viene utilizzata durante la produzione e la lavorazione della plastica. Il suo impiego era permesso anche durante la lavorazione del PET, utilizzato per la realizzazione di bottiglie.
– Benzene: è un idrocarburo che si trova nel petrolio e che viene utilizzato in moltissimi tipi di industria, soprattutto in quelli che producono sostanze chimiche per la pulizia della casa. Se presente in grandi quantità è altamente cancerogeno e costituisce un grave rischio per la salute.
Inoltre, dalle industrie possono derivare anche inquinanti emergenti nelle acque come l’uranio, che a scapito della sua fama radioattiva non danneggia tanto l’organismo umano con le radiazioni ma attaccando le cellule con alcune sostanze tossiche altamente nocive.
Fortunatamente, la DWD ha permesso di individuare questi in inquinanti al fine di raggiungere una maggiore sicurezza, che può sempre essere ulteriormente aumentata con soluzioni come i depuratori d’acqua per il rubinetto di casa.
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