L'acqua è una risorsa preziosa per la nostra vita. Se pensiamo che il nostro corpo è formato al 75% d’acqua e che l’acqua stessa fa da “carburante” per le funzioni vitali del nostro organismo, è difficile immaginare di poterne fare a meno.
Non soltanto per la nostra idratazione ma anche per l’igiene, la produzione di cibo, indumenti, oggetti, per il funzionamento delle centrali e molto altro: i compiti che l’acqua assolve ogni giorno sono davvero tantissimi e spesso non viene impiegata nel più corretto dei modi.
Le persone danno per scontato che l’acqua sia una risorsa illimitata, sempre presente e a nostra disposizione: basta aprire un rubinetto ed ecco che avremo tutta l’acqua che vogliamo. Durante la doccia, quando ci spazzoliamo i denti, in giardino: le quantità di acqua che sprechiamo sono più di quello che possiamo effettivamente permetterci perché, purtroppo, l’acqua non è un bene illimitato come pensiamo.
Ed iniziamo già a vedere le prime conseguenze dell’utilizzo smodato che abbiamo sempre fatto dell’oro blu del pianeta.
L’acqua è una risorsa limitata
L’acqua presente sul nostro pianeta occupa più del 70% della superficie terrestre. Eppure, di questa acqua, il 97,5% si trova nei mari e negli oceani, ed è quindi acqua salata. Il restante 2,5% è invece acqua dolce che popola laghi, fiumi, ghiacciai e falde acquifere.
Come possiamo intuire, la quantità d’acqua che abbiamo a disposizione è già molto inferiore a quella che si trova sulla Terra. Ma del 2,5% di acqua dolce, meno dell’1% è davvero utilizzabile dall’uomo.
Una quantità piuttosto esigua, se consideriamo le necessità che la nostra società deve affrontare.
Ma perché si parla di spreco dell’acqua? Le ragioni sono molteplici e, purtroppo, l’attività umana è tra le principali.
L’oro blu del pianeta, che è già in quantità piuttosto limitate, viene messa costantemente a rischio da fattori come:
- Il cambiamento climatico
- L’eccessivo sfruttamento delle falde acquifere
- La mole di inquinamento presente non soltanto nei mari ma anche nei fiumi e nei laghi
- Le pericolose alterazioni dell’ambiente stesso come la deforestazione e l’ampliamento delle aree urbane.
Senza dimenticare la crescita della popolazione e, di conseguenza, l’elevata domanda di acqua per far fronte ai settori produttivi di qualsiasi genere.
Proprio per questi motivi si è introdotto il termine “stress idrico”, per indicare a quale sforzo stiamo sottoponendo le risorse d’acqua che abbiamo per soddisfare i nostri standard di vita quotidiana.
Tra le conseguenze dirette di questo fenomeno però stiamo già assistendo ad una graduale riduzione di disponibilità d’acqua: la siccità.
Tutti abbiamo sentito parlare di siccità, già da bambini tra i banchi di scuola, come l’assenza di acqua dovuta alla mancanza di pioggia. Abbiamo sempre pensato che in determinate zone come ad esempio i deserti, la siccità fosse “normale” e per sempre destinata a rimanere contenuta in quella parte di mondo.
Eppure adesso iniziamo a sentirne parlare sempre più spesso e non in senso strettamente “naturale”: la siccità è sì legata alla mancanza di pioggia ma anche fortemente collegata al fenomeno del riscaldamento globale.
Ecco quindi che, come avevamo anticipato, la causa è da imputare alle attività umane.
Ma la siccità non riguarda soltanto la mancanza di pioggia: il terreno diventa arido e le falde acquifere si prosciugano, così come l’agricoltura che finisce per scomparire nelle aree dove il terreno viene considerato “ostile” alla vita.
Le ripercussioni della siccità sull’uomo
La conseguenza finale della siccità si ripercuote, ovviamente, anche sulla nostra salute. Come viene riportato su Focus:
“Circa 1 miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile mentre dai 3 ai 4 miliardi non ne dispongono in quantità sufficiente.
Ciò significa che dal 55 al 70% della popolazione mondiale non può accedere ai 40 litri di acqua al giorno considerati dall’OMS il minimo per soddisfare i bisogni vitali. A questi si aggiungono 2,5 milioni di persone che non hanno accesso ai servizi igienici.
Le conseguenze sono drammatiche: ogni anno 8 milioni di persone muoiono a causa di malattie legate all’indisponibilità di acqua”.
Un numero destinato a salire di pari passo allo stress idrico, all’inquinamento e alla progressiva siccità che l’essere umano stesso ha causato.
Anche se nell’immaginario comune tendiamo a considerare l’acqua come “nostra” e sempre disponibile e credere che la siccità non ci appartenga, il fenomeno sta già raggiungendo anche le aree occidentali.
Non si tratta quindi di un “problema esotico”, relegato ai deserti lontani da noi, ma di una vera e propria emergenza che tutti ci ritroveremo ad affrontare.
Continuando a sprecare acqua preziosa a questo ritmo, anche i paesi più ricchi si troveranno a consumare le risorse idriche in maniera irreversibile.
Il problema della siccità in Italia e in Piemonte
Come testimoniano diversi articoli sui giornali, la situazione nel 2022 è allarmante anche per l’Europa, soprattutto negli stati più a Sud. Negli ultimi 50 anni il fabbisogno d’acqua della popolazione europea è aumentato drasticamente, in concomitanza con la crescita demografica.
Secondo L’AEA, un terzo del territorio dell’Europa sta già riportando condizioni di stress idrico: paesi mediterranei come Grecia e Spagna ma anche il Portogallo assistono sempre più frequentemente ad estati estremamente secche. Ma anche in Germania e Inghilterra la situazione non è delle migliori e l’agricoltura è il primo settore a risentirne.
E per quanto riguarda l’Italia? Il fenomeno della siccità nella nostra penisola non è migliore, considerando che il nostro paese consuma un quantitativo di acqua pari a 188 litri pro capite consumati all’anno. Siamo al primo posto tra i consumatori di acqua in bottiglia in Europa e secondi al mondo.
E non solo. L’Italia ha anche una forte water footprint, cioè un’impronta consistente nel consumo di acqua non soltanto da bere ma in diversi settori.
Tra le diverse cause, la più dannosa è sicuramente la cattiva manutenzione e gestione idrica che in Italia continua a basarsi su strutture vecchie, obsolete e capaci di sprecare fino al 50% di risorse preziose.
Uno spreco che non possiamo continuare a permetterci, quando la siccità ha già raggiunto la nostra bellissima terra: lo vediamo nei preoccupanti livelli d’acqua del fiume Po di quest’anno o nel famoso lago di Ceresole, ormai prosciugato.
Come evitare lo spreco d’acqua
Di fronte a dati così sconcertanti, cosa possiamo fare noi singoli cittadini per non contribuire alla siccità delle nostre regioni?
Nel nostro piccolo possiamo aiutare il nostro pianeta con alcune semplici azioni.
- La prima è sicuramente evitare il più possibile ogni spreco d’acqua. Cerchiamo di non lasciare lavandini aperti durante la doccia o mentre ci si spazzola i denti.
- Diciamo stop alla plastica e all’acqua in bottiglia dei supermercati: oltre ad essere più costosa economicamente, è estremamente pericolosa per l’inquinamento delle preziose falde acquifere.
- Acquistiamo una borraccia in acciaio da portare sempre con noi ed evitare di acquistare inutili bottigliette d’acqua nei bar e nei locali.
- Anche nei negozi, nelle scuole e negli uffici, cerchiamo di prediligere l’acqua del rubinetto, per educare anche i più piccoli alle buone pratiche e diffondere uno stile di vita più sostenibile.
Conclusioni
Per incentivare l’utilizzo di acqua dal rubinetto per bere all’interno della tua casa o sul posto di lavoro, opta per un depuratore d’acqua. In questo modo avrai sempre la certezza di offrire e consumare acqua di qualità, senza dover ricorrere a bottiglie di plastica e pesanti casse d’acqua. Inoltre contribuirai in maniera attiva ad uno stile di vita più ecologico e capace di ridurre gli sprechi di una risorsa già fortemente a rischio.
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