3 motivi per non acquistare più le bottiglie d’acqua in plastica

Marco

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motivi per non acquistare più le bottiglie d’acqua in plastica

Marzo 24, 2021

Categoria: Articoli

L’Italia è una nazione che si può vantare di molti primati ma, purtroppo, questi non sempre sono positivi. Per esempio, una recente indagine ha dimostrato come il Bel Paese sia il primo in Europa per l’acquisto delle bottiglie d’acqua in plastica, sia a livello pubblico che privato. Cosa significa tutto ciò? Significa che gli italiani si fidano di più dei prodotti contenuti in materiali plastici come il PET che allo stesso tempo sono conosciuti come i principali responsabili dell’inquinamento dei mari e delle acque.

Conti alla mano risulta come in un anno un nucleo famigliare composto di 4 persone possa arrivare a produrre ben 72 kg di rifiuti derivanti dal petrolio, e questo contando solo le bottiglie; di conseguenza, il numero aumenta a dismisura per le attività commerciali, con picchi che superano gli 8 quintali! Non stupisce perché di recente si stia cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo al consumo di acqua potabile dell’acquedotto ricorrendo a partire dal 2021 anche ad alcuni vantaggiosi bonus.

Se sei indeciso tra l’acquisto di un sistema di filtrazione e le soluzioni più classiche continua a leggere: scoprirai 3 motivi per non acquistare più bottiglie d’acqua in plastica.

Fa bene all’ambiente

Il beneficio più importante che si può avere rinunciando ad acquistare le soluzioni in PET è sicuramente quello legato alla diminuzione di sostanze inquinanti nell’ambiente. Da diversi decenni, infatti, è sotto gli occhi di tutti come il nostro pianeta stia subendo un vero e proprio attacco da parte di emissioni, fumi e spargimento di materiali non biodegradabili per terra e per mare.

In particolare un problema che sta emergendo da un paio di anni riguarda le particelle che le bottiglie di plastica possono rilasciare negli oceani conosciute come microplastiche: piccole ma insidiose, queste sostanze vengono assimilate dalla fauna marina che può potenzialmente finire anche sulla nostra tavola. Inoltre, un peggioramento della salute di zone protette come barriere coralline o riserve a causa dell’inquinamento non solo priva i paesi di un patrimonio ambientale inestimabile, ma influisce anche sulla qualità dell’aria e sul ricambio di anidride carbonica.

Benché alcune aziende produttrici di acqua in bottiglia stiano cercando di utilizzare varietà più facilmente smaltibili la strada da fare è ancora lunga, in quanto sono necessari anche costi più alti e comunque non si risolve la soluzione delle emissioni degli stabilimenti o dei camion che trasportano i blister.

Fa bene al portafoglio

Alcune persone pensano che l’installazione di un sistema filtrante sia troppo costosa e che convenga di più acquistare l’acqua in bottiglia, soprattutto quando è possibile trovare molteplici offerte in qualsiasi supermercato. Questa convinzione è originata dal bisogno di pagare l’apparecchiatura in un’unica soluzione al posto di acquistare un blister una o più volte a settimana per qualche decina di centesimi: tuttavia, facendo qualche calcolo si capisce che non è affatto così.

Prendiamo di nuovo l’esempio della famiglia composta da 4 persone. Con un consumo normale di acqua è provato che, all’anno, si arriva a spendere più di 800 euro (valore ancora più elevato per chi preferisce l’acquisto di soluzioni in vetro): un valore che passa inosservato in quanto viene “spalmato” in più momenti, ma che comunque influisce moltissimo sul bilancio domestico. Stesso discorso per gli esercizi pubblici, per i quali la spesa aumenta per arrivare a 5000 euro!

 A questo si devono aggiungere i costi della benzina per chi utilizza un mezzo a motore per andare a fare acquisti, con conseguenze negative, ancora una volta, per tutto l’ambiente.

Perché nel 2021 costa meno rinunciare alle bottiglie d’acqua in plastica

Le problematiche che si presentano a livello economico per le famiglie italiane che consumano esclusivamente le bottiglie d’acqua in plastica non sempre bastano a convincere le stesse ad acquistare un sistema di filtrazione domestico. La prospettiva di pagare 1000 euro o più in un unico momento è sicuramente più d’impatto rispetto a quei centesimi spesi ogni settimana (anche se, come abbiamo visto, il conto finale è molto più salato): tuttavia, nel 2021 è più facile liberarsi dai blister e dal PET.

A inizio anno, infatti, la Legge di Bilancio 2021 ha visto l’introduzione di un’agevolazione speciale per chi desidera dotarsi di apparecchi per la depurazione domestica conosciuta, non a caso, come Bonus filtri e depuratori. Questo rappresenta una novità studiata apposta per incentivare il consumo dell’acqua del rubinetto e limitare i danni dei rifiuti plastici, e prevede un credito di imposta pari al 50% delle spese sostenute per coprire i costi di acquisto e installazione.

In cifre questo vuol dire che ogni famiglia potrà beneficiare in media di un taglio di 500 euro, mentre i locali come ristoranti e bar o le aziende conteranno su ben 2500 per ammortizzare la spesa: un bel guadagno che va sommato, in tutt’e due i casi, a quello che si risparmierà rinunciando alle bottiglie d’acqua in plastica.

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