L'acqua che consumiamo quotidianamente non è tutta uguale. Sebbene sia potabile, ciò non significa automaticamente che sia di qualità elevata. La sicurezza e salubrità dell’acqua dipendono, infatti, da una serie di parametri chimici, fisici e microbiologici stabiliti dalla normativa vigente. In Italia la qualità dell'acqua potabile è regolamentata dal Decreto Legislativo n. 31 del 2001, successivamente integrato e modificato con il Decreto Legislativo n. 27 del 2002, che recepiscono la Direttiva Europea 98/83/CE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.
Il Ministero della Salute fornisce costanti aggiornamenti sui limiti e sulle procedure di controllo, consultabili nel portale ufficiale dedicato alle acque potabili.

La purezza dell'acqua e i fattori che la influenzano

Un'acqua di qualità deve essere esente da contaminanti dannosi, come pesticidi, metalli pesanti (ad esempio piombo e mercurio), sostanze chimiche industriali e microrganismi patogeni, come batteri e virus.
In Europa e negli Stati Uniti i limiti di questi elementi sono regolamentati con
criteri rigorosi per garantire la tutela della salute pubblica.

La percezione della purezza dell'acqua, tuttavia, non si basa esclusivamente su analisi chimiche e microbiologiche, ma anche su parametri sensoriali quali il sapore e l'odore.

Il cloro, ad esempio, viene comunemente impiegato nella disinfezione delle acque potabili per eliminare agenti patogeni, ma può lasciare un retrogusto sgradevole.
Sebbene il cloro sia indispensabile per la sicurezza microbiologica dell'acqua, la sua concentrazione deve essere bilanciata per non compromettere la gradevolezza del consumo. Un'acqua che presenta odori o sapori anomali, infatti, può indicare la presenza di contaminanti o una distribuzione non ottimale nella rete idrica.

I parametri chimici e fisici dell'acqua

  1. pH
    Il pH è un parametro fondamentale per determinare il livello di acidità o basicità dell’acqua. Esso rappresenta la concentrazione di ioni idrogeno presenti nella soluzione e si misura su una scala che va da 0 a 14, dove valori inferiori a 7 indicano acidità, 7 è il valore neutro e valori superiori a 7 indicano basicità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il valore ottimale per l’acqua potabile deve essere compreso tra 6,5 e 8,5.

Un pH troppo basso può indicare la presenza di contaminanti acidi, che potrebbero derivare da inquinamento industriale, piogge acide o infiltrazioni di sostanze chimiche.
Un pH troppo alto, invece, indica un’acqua alcalina: può avere un sapore amaro e può causare incrostazioni calcaree nelle tubature e negli elettrodomestici, riducendone l’efficienza e la durata.

  1. Durezza
    La durezza dell’acqua è determinata dalla concentrazione di ioni calcio e magnesio, viene misurata in gradi francesi (°F). In base al contenuto di questi minerali, l’acqua viene classificata come segue:
  • Acqua dolce: meno di 15°F
  • Acqua mediamente dura: tra 15 e 30°F
  • Acqua dura: oltre 30°F 

La durezza dell’acqua è un parametro importante perché influisce sia sul gusto dell’acqua, sia sulle sue interazioni con gli impianti domestici. Un’acqua troppo dolce (bassa durezza) potrebbe risultare poco gradevole al palato e favorire la corrosione delle tubature metalliche.
Un’acqua eccessivamente dura, invece, può favorire la formazione di incrostazioni calcaree nei tubi e negli elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie e caldaie, riducendone l’efficienza e aumentando i consumi energetici.

  1. Residuo fisso (TDS)
    Il TDS (Total Dissolved Solids), o residuo fisso, indica la quantità totale di sali minerali disciolti nell’acqua e si misura in mg/L. Questo parametro si ottiene facendo evaporare l’acqua a 180°C e lasciando depositare tutti i solidi in essa contenuti. In base a questo valore, l’acqua viene classificata in:

    • Minimamente mineralizzata: meno di 50 mg/L, quest’acqua è molto leggera e altamente digeribile, ideale per i neonati e per chi ha problemi renali.
    • Oligominerale: tra 50 e 500 mg/L, fornisce un buon apporto di sali minerali e aiuta il corpo a mantenere il corretto equilibrio idrico.
    • Minerale: tra 501 e 1500 mg/L, è adatta a chi ha un elevato fabbisogno di minerali, come sportivi o persone anziane.

Il TDS influenza direttamente il sapore dell’acqua. Un’acqua con un valore molto basso di residuo fisso può risultare insipida, mentre un valore troppo alto può conferire un gusto metallico o salino.
Un’elevata quantità di solidi disciolti può essere indice di contaminazioni da sostanze inquinanti, come metalli pesanti o residui industriali. Per questo motivo, il residuo fisso è un parametro cruciale per valutare la purezza dell’acqua.

  1. Conducibilità elettrica
    La conducibilità elettrica misura la capacità dell’acqua di condurre elettricità, in base alla quantità di ioni disciolti in essa. Questo valore ha una stretta correlazione con il contenuto di sali minerali presenti nell’acqua.

L’acqua pura, priva di sali minerali, ha una conducibilità quasi nulla, mentre un’acqua molto mineralizzata avrà un valore di conducibilità più elevato.
Valori molto bassi indicano un’acqua povera di minerali, il che può influire sul suo sapore e sulla sua capacità di apportare sostanze benefiche all’organismo. Valori troppo alti, invece, potrebbero indicare la presenza di sostanze indesiderate o inquinanti, come cloruri, nitrati o metalli pesanti.

Valori analitici dell'acqua, registrati nelle zone centrali delle più grandi città italiane. Fonte: Ministero della salute

Le analisi microbiologiche dell'acqua

Le analisi microbiologiche sono un aspetto essenziale per valutare la sicurezza dell’acqua potabile e garantire che sia priva di microrganismi patogeni potenzialmente dannosi per la salute umana. Questi test permettono di identificare la presenza di batteri, virus e protozoi che potrebbero contaminare l’acqua, rendendola pericolosa per il consumo umano.

Tra i microrganismi più monitorati troviamo Escherichia coli ed Enterococchi, la cui presenza nell’acqua è un chiaro indicatore di contaminazione. Questi batteri devono essere completamente assenti in un’acqua destinata al consumo umano.

Le analisi vengono effettuate su campioni prelevati da fonti di approvvigionamento, serbatoi e punti di distribuzione, per assicurarsi che non vi siano contaminazioni lungo il tragitto dell’acqua fino al rubinetto.
In Italia, i limiti e i parametri microbiologici sono regolamentati dal
Decreto Legislativo n. 31 del 2001, che stabilisce gli standard di sicurezza per le acque destinate al consumo umano.

Per garantire un monitoraggio efficace i controlli microbiologici devono essere svolti periodicamente, utilizzando tecniche avanzate di laboratorio. In caso di anomalie o superamento dei limiti previsti, è necessario intervenire tempestivamente con misure correttive, come trattamenti di disinfezione o miglioramento delle infrastrutture idriche, per riportare l’acqua a uno standard di sicurezza ottimale.

Come verificare la qualità dell'acqua di casa

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Sistemi di filtrazione per migliorare la qualità dell'acqua

Tra le soluzioni più efficaci per migliorare la qualità dell’acqua troviamo due tecnologie avanzate di purificazione: osmosi inversa e microfiltrazione.

  • Osmosi inversa: è un sistema di filtrazione estremamente efficace che utilizza una membrana semipermeabile per rimuovere fino al 99% delle impurità, inclusi metalli pesanti (come piombo, arsenico e mercurio), nitrati, pesticidi e residui farmaceutici. Questo processo garantisce un’acqua estremamente pura.
  • Microfiltrazione: utilizza filtri con pori molto piccoli per trattenere sedimenti, batteri, cloro e altre impurità, senza però rimuovere i minerali essenziali come calcio e magnesio. Questo metodo è ideale per chi desidera un’acqua più sicura e dal sapore migliore, mantenendo intatte le proprietà benefiche dei minerali disciolti.

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